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La spiritualità dell'adozione ( Forum Bloccato) | |
Forum di Amici dei Bambini : La spiritualità dell'adozione : La spiritualità dell'adozione |
Topic: Bambini senza genitori | |
Autore | Messaggio |
aibi
Staff Iscritto dal : 03 Dicembre 2010 Da: Italy Status: Offline Posts: 3 |
Topic: Bambini senza genitori Postato: 03 Dicembre 2010 alle 17:37 |
Dal vangelo di Matteo (Mt 9 – 35-38)
<< Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando, il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perchè erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perchè mandi operai nella sua messe!” >>. Commento Quante volte abbiamo sentito questo brano del vangelo, ritenendolo rivolto ad altre vocazioni rispetto alla nostra di semplici genitori adottivi: un passo più indicato ai veri pastori, ai sacerdoti, ai missionari, ai consacrati…. Che c’entra un genitore adottivo con la cura delle pecorelle e della messe del Signore? Ma “le pecore che non hanno pastore” non erano i nostri figli prima di essere stati da noi adottati? Chi più indifeso, smarrito, senza futuro, senza saper dove andare, di un bambino abbandonato? E oggi questo “gregge”, queste “folle” di minori abbandonati sta crescendo a dismisura : sono preoccupanti i dati diffusi da Unicef: da 143 milioni di minori fuori famiglia nel 2003 siamo passati, in soli sette anni a 163 milioni. Dove andremo a finire? E per la prima volta, da quando esiste l’adozione internazionale, stanno diminuendo le famiglie disposte ad accoglierli. “Gli operai sono pochi”: è un dato comune a tutti i paesi: dagli USA, all’Italia, dall’Inghilterra alla Francia. Le coppie che vogliono adottare i bambini sono sempre di meno. Perchè? Cosa fare? Lasciamo agli esperti di ricercare le cause e di proporre, se ne saranno capaci, i rimedi. Noi, oggi, possiamo fare tanto: pregare, perchè la speranza non si spenga nelle coppie: - in quelle sterili, perchè sentano nella loro situazione, il segno di una chiamata; - in quelle che non vogliono avere figli perchè, perchè si interroghino sul senso del loro amore; - in quelle che hanno già figli biologici, perchè possano ampliare la grazia della loro accoglienza. Al di là di tutte le difficoltà, delle delusioni subite, dei problemi economici, degli anni di attesa, della sfiducia che oggi sembra oramai trionfare, la forza della preghiera può cambiare il destino di migliaia di famiglie e di altretttanti bambini oggi abbandonati. Cari genitori adottivi, ecco un altro aspetto della nostra vocazione: oggi siamo chiamati a sostenere e ridare speranza a quelle coppie che l’hanno persa. m.g. Modificato da aibi - 03 Dicembre 2010 alle 17:38 |
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elisa66
Saggio Iscritto dal : 18 Dicembre 2008 Da: Italy Status: Offline Posts: 516 |
Postato: 13 Gennaio 2011 alle 15:04 |
Dal vangelo di Matteo (Mt 9 – 35-38) Leggendo questa pericope evangelica con gli occhi rivolti sulla realtà dell'adozione emerge subito un aspetto fondamentale che costituisce il fondamento dell'accoglienza dei bambini bisogni. Vengono usati verbi come"percorrere", "insegnare", annunciare", "guarire". Questi quattro verbi riassumono tutta l missione a cui Gesù chiama ogni famiglia adottiva che ha ricevuto già il dono dei suoi figli. Il calo delle adozioni avrà tante cause ma una delle prime è quella dell'incertezza del futuro che regna in ogni familia e in ogni persona umana in tutto il pianeta. Quando si parla di incertezza non mi riferisco a quella economica che è solo una conseguenza della vera incerezza che è quella del crollo del fede in Cristo. Quando il ragionamento moderno porta a pensare che l'unica preoccupazione è quella di assicurarsi un buono e rassicurante stile di vita per se ignorando il bisogno e le esigenze dell'altro, si capisce subito che il problema non economico ma di fiducia in un Dio che provvede alla necessità di ogni uomo al quale dona il centuplo a coloro che sono generosi. La generosità vista con gli occhi di Dio diventa così la strada per aumentare i propri guadagni umani e spirituali.
Allora è necessario per ogni familia adottiva "percorrere" le strade della proprio quartiere e della propria città per "insegnare" che amare un bambino è possibile malgrado tutte le fatiche e le rinuncie che questo comporta, per "annunciare"che l'amore è più forte della paura del futuro, l'accoglienza è l'arma evangelica per far passare ogni timore perchè la carità è capace di coprire nei cuori gli spazi oscuri del timore. Solo vedere queste testimonianze di famiglie adottive "guarisce" il cuore di ogni uomo e può allontare le incertezze che nascono nell'intimo: aprirsi all'accoglienza di un bambino non nato dalla stessa carne, o decidere di aprirsi ad accogliere altri bambini, oltre quelli già presenti, nella propria casa perchè quello spazio di incertezza è stato ricoperto dalla fede in Dio che dona la speranza di poter amare ancora.
Questa fede semplice è la forza trainante che muove il cuore alla "compassione" e Gesù allora può aprire finalmente i nostri occhi e farci vedere come tanti bambini e adolescenti vivono abbandonati per le strade del mondo "stanchi e sfiniti" perchè non hanno nessuno che possa prendersi cura di loro. La stanchezza non è solo per la mancanza di cibo e del minino necessario per vivere, la stanchezza significa anche non avere un luogo dove riposare, una familia dove sentirsi amato e seguito, un padre che lo incoraggi e lo corregga, una madre che abbia premura dei suoi bisogni e comunchi tutta la sua dolcezza e serenità.
Tutto questo non può essere realizzato con lo sforzo umano. Abbiamo bisogno del "padrone delle messe", del Padre celeste, quello vero, di tutti i bambini abbandonati per incoraggiare i suoi figli, noi persone adulte, a ricordarsi che noi stessi abbiamo ricevuto amore, affetto, ospitalità nella Sua casa, e quello che desidera il Padre è quello di contraccambiare questo amore. Il Dio pietoso e benevolo, chiede che questa abbandonza di carità ricevuta venga travasata verso gli ultimi e i dimenticati della terra, i bambini di strada che con la loro gioia di vivere donano la speranza e la goia della vita.
Allora la preghiera a Dio diventa una domanda verso noi stessi: Preferiamo continuare a vivere nella spensieratezza e nell'amore verso noi stessi oopure aprirci verso l'altro perdendo un parte di noi stessi e guadagnando la gioia, la felicità, il senso pieno della vita?
La risposta a ciascuno di noi lasciandoci coinvolgere dalla preghiera di Gesù che sempre intercede per ogni uomo perchè possa ogni giorno compiere un piccolo passo verso di Lui e giungere così alla vita eterna. Modificato da elisa66 - 14 Gennaio 2011 alle 15:10 |
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